Rapporti fra forame sternale e strutture vitali del torace studio mediante tac
I forami sternali sono una variante anatomica dello sterno ben conosciuta e, in corso di manovre quali la biopsia sternale o l’agopuntura, rappresentano un rischio di complicanze a volte anche mortali quali il pnx o la puntura del pericardio o del cuore a causa delle strette relazioni tra il difetto ed organi vitali profondi del mediastino (Fig. 1).
Sino ad ora sono stati condotti molti studi volti a determinare la prevalenza del difetto sternale nella popolazione ma pochi hanno indagato le precise relazioni anatomiche tra il forame sternale e gli organi intratoracici. In questo studio di tipo retrospettivo si è proceduto ad riesaminare una serie di TAC del torace eseguite con la stessa tecnica e con gli stessi parametri radiologici cui sono stati sottoposti 352 pazienti per i motivi più diversi (relative ad un periodo di 5 mesi) alla ricerca di eventuali difetti anatomici dello sterno. Sul totale del campione sono stati diagnosticati 15 casi di forame sternale (prevalenza del 4,5 %), 9 maschi e 6 femmine (età media 69,5 anni). Nei 15 pazienti portatori di forame sternale si è proceduto quindi allo studio delle relazioni topografiche tra il difetto stesso e gli organi intratoracici nonché la misurazione di alcuni parametri come la distanza della cute dal forame, ampiezza del forame, distanza del difetto sternale da strutture vitali (polmone, cuore), distanza della cute dal pericardio nonchè la misurazione dello spessore del grasso sottocutaneo. In tutti i pazienti il forame sternale era localizzato nella parte caudale del corpo sternale.
L’ampiezza media del difetto era di 3,3 mm; nel 53,3 % (8 pazienti) l’organo direttamente in rapporto al forame era polmone e nel 33,3 % (5 pazienti) il grasso mediastinico (Fig. 2); solo in 3 pazienti il forame si trovava in diretto rapporto col pericardio (20,3 %) e la distanza della cute dal pericardio era ampiamente variabile da 3 a 9,1 cm (Fig. 3) e non è stato possibile correlare lo spessore del grasso sottocutaneo con la distanza delle strutture vitali (nessuna relazione tra habitus del paziente e distanza dalla cute degli organi intramediastinici. In questo lavoro, la distanza massima di infissione dell’ago per non pungere il pericardio è risultata inferiore ai 3 cm (2,5 cm come misura di sicurezza).
A conclusione dello studio si sottolinea come i difetti dello sterno siano una variabile anatomica di non rara evenienza e di come l’anatomia topografica della zona sia altamente variabile nella popolazione (con più del 50 % delle probabilità che l’organo più interessato da una eventuale puntura profonda sia il polmone). Come regola generale l’ago, in regione sternale, dovrebbe essere sempre inserito con molta cautela e per una profondità non superiore ai 2,5 cm, non potendo avere certezze sulla presenza o meno di difetti dello sterno e non essendo di alcun ausilio dati quali la corporatura del paziente, lo spessore del grasso sottocutaneo o l’apparente integrità dello sterno stesso. Nella ricerca dei forami sternali può essere inoltre d’ausilio l’ecografia.
Commento del Dott. Ceccherelli
Questo articolo è particolarmente importante in quanto pone l’accento su una malformazione non rara e che può presentare dei rischi di complicanze gravi in caso di puntura dei punti dei meridiani di vaso concezione e di rene. Ringraziamo il dott. Biral per la sua acutezza e per il suo richiamo alla prudenza: primum non nocere secondo il brocardo che viene insegnato per primo nella facoltà di Medicina.
Relationship of sternal foramina to vital structures of the chest: a computed tomographic study. Gossner J., Anat Res Int. 2013;2013:780193. doi: 10.1155/2013/780193. Epub 2013 Oct 10.
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A cura di: Mario Biral