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DALL’AGOPUNTURA TRADIZIONALE ALLA RIFLESSOTERAPIA

Prof. Luciano Roccia

Quando nel 1968 iniziai a frequentare lo studio del Dott. Quaglia Senta, mio maestro di agopuntura e quando poco dopo lo seguii, frequentando insieme a lui il GLEM (Gruppo Lionese di Studi Medici), dove insegnavano i grandi maestri francesi dell’Agopuntura, da Van Ghy a Niboyet, da Jarricot a Nogier e Bourdiol, le teorie tradizionali cinesi regnavano sovrane, ma regnava in alcuni un fervore di ricerca o meglio di interesse per cercare di spiegare, secondo le nostre cognizioni medico scientifiche, l’azione terapeutica di questa tecnica.
Purtroppo l’agopuntura a quei tempi era appannaggio di medici generici con poca o nessuna cultura scientifica e nessuna esperienza ne’ possibilita’ di effettuare ricerche di alcun genere. Le teorie tradizionali non erano ne’ controllabili ne’ uguali per tutti. Il primo tentativo di spiegare secondo principi moderni e medici l’azione dell’agopuntura fu, in quel periodo, il libro di Quaglia Senta “ Il sistema simpatico in agopuntura”. Ricordo un episodio curioso nel quale, facendo l’avvocato del diavolo e contestando sempre molte affermazioni dei “maestri”, sfidai Niboyet, Nogier, Bourdiol (che era il più restio alla sfida), un allievo di Van Ghy, Jarricot e lo stesso Quaglia Senta a visitare lo stesso paziente, facendo la diagnosi dei polsi e scrivendo, ognuno per conto suo, i punti che avrebbe adoperato per la terapia.
Jarricot, intervenendo per ultimo, se la cavo’ nel modo più brillante.
Ascolto’ il paziente, ricerco’ le zone di dermalgia riflessa e descrisse quelle la sua ipotesi terapeutica adottando  la sua tecnica; mentre gli altri tradizionalisti, presi i polsi, scrissero su un foglietto i punti da pungere e me li consegnarono. Non vi era un programma terapeutico uguale all’altro ed alle mie rimostranze in merito,a poco credibile spiegazione di Niboyet, avvallata da Nogier, fu che nel giro di pochi minuti il polso cambiava e quindi cambiava anche la terapia.
Dopo qualche tempo, insieme al Prof. Bossy, anatomico di Montpellier, ed al dott. Julian, neurochirurgo e neurologo di Bordeaux, formammo un gruppo di studio per porre le basi di una ricerca scientifica, anatomica e neurologica che potesse spiegare l’azione dell’agopuntura. Il primo passo per me fu il mio primo viaggio in Cina nel 1971 dove, avendo la fortuna di conoscere il Ministro della Sanità, famoso chirurgo e da me conosciuto alle giornate internazionali di Cardiochirurgia di Torino del 1965, mi apri’ tutte le porte della ricerca cinese e potei frequentare per circa un mese l’Istituto di Neurofisiologia di Shanghai diretto dal Prof. Chang Shiang Tun che, per direttive politiche portava avanti esclusivamente ricerche sull’agopuntura.
La prima domanda che mi pose il prof. Chang fu quale fosse la situazione della ricerca in Italia in agopuntura e quando gli risposi che non vi era ricerca alcuna mi comunico’ con stupore di aver avuto delle pubblicazioni italiane dove dei medici (che non citero’) spiegavano l’azione analgesica dell’agopuntura con strane teorie sull’energia perversa che in Cina erano solo seguite dai medici tradizionalisti e non dai laureati in medicina moderna. La stessa osservazione mi fu fatta dal Prof. Muller rettore dell’università di Pechino e professore di Neurologia. Partendo dalle ricerche di Shanghai, al mio ritorno in Italia insieme a Bossy, Pischinger, anatomico di Vienna, Bischko, julian ed il prof. Gomirato, cattedratico di neurologia di Pisa, abbiamo condotto ricerche che hanno portato alle prime pubblicazioni, dove l’agopuntura viene spiegata da un punto di vista anatomico, neurologico, immunitario. Proprio queste ricerche hanno permesso all’agopuntura di essere accettata da parte del mondo accademico ed entrare in molte strutture universitarie ed ospedaliere e costretto il ministro della Sanità Italiana e la FNOOMM a nominare le commissioni che ne hanno regolato l’uso in Italia, commissioni delle quali ho fatto parte nel lontano 1977-78.
Queste ricerche pare siano state dimenticate o addirittura ignorate da molte scuole e societa’ tra le quali, mi rammarico, annoverano anche quella creata da me, che è tornata ad una tradizione seguita in Cina solo dai medici tradizionalisti. Ricordo ancora con interesse la prolusione del prof. Pompeiano, fisiologo di fama mondiale, al nostro congresso di Riva del Garda del 1978, nel quale affermava che le nozioni di Fisiologia potevano spiegare appieno la maggior parte delle azioni terapeutiche dell’agopuntura. 

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