DOLORE MIOFASCIALE PERSISTENTE TRATTATO CON NEURALTERAPIA.
Paziente donna di 34 anni, che soffre da circa 6 mesi di dolore tipo lomboscia-talgia sx. per questo motivo ha effettuato delle indagini diagnostiche con RMN lombare, che ha evidenziato una ernia mediana di modeste dimensioni in L5-S, ed una elettromiografia con minima sofferenza neurogena della radice di L5 a sx.
La paziente ha effettuato terapia farmacologica con analgesici e cortisonici che hanno avuto scarso risultato, ed un ciclo di 5 infiltrazioni peridurali sacrali con cortisone ed anestetico locale con controllo modesto e temporaneo della sintomatologia dolorosa.
Giunge alla nostra osservazione con dolore gluteo irradiato alla superficie laterale della gamba, facile affaticabilità, la distanza massima percorsa prima che il dolore diventi insopportabile è di 100 metri. Con l’aumento del dolore gluteo compare anche un dolore parascapolare dello stesso lato.
All’esame clinico si osserva una negatività dei segni di sofferenza neurologica (ROT normali, sensibilità conservata, Lasegue negativo) presenza di numerosi trigger point sui muscoli piriforme, gluteo massimo, medio e piccolo, ed intensa dolorabilità trocanterica.
La diagnosi formulata è di dolore miofasciale del gluteo e del piriforme.
Si propone tattamento con neuralterapia infiltrando con lidocaina alla concentrazione di 0.5% il gran trocantere ed i punti trigger dei muscoli interessati, iniettando un volume massimo di 15 ml. Alla seduta successiva dopo 7 giorni la paziente riferisce un notevole miglioramento della sintomatologia dolorosa all’arto inferiore con incremento della capacità di movimento che ora è di circa 500 metri. Rimane inalterato però il dolore parascapolare sx. Si decide quindi infiltrare con lidocaina allo 0.5% una cicatrice presente a livello del trapezio omolaterale (Fig.1), e si assiste alla
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immediata scomparsa del dolore parascapolare (fenomeno del secondo).
Dopo la seconda seduta, la paziente ha riferito un netto miglioramento del dolore gluteo, con riduzione di circa il 50% dell’intensità iniziale, ed una riduzione del dolore parascapolare. La paziente è ancora in trattamento.
Commento
Vi segnalo questo questo caso in quanto presenta due particolarità interessanti:
1°) la conferma che il trattamento del dolore miofasciale risulta inefficace se non vengono trattati i punti trigger
2°) la presenza di un secondo dolore, quello parascapolare che sembra essere interdipendente col dolore gluteo, come se l’iperalgesia possa attivare il campo disturbante della cicatrice, verosimilmente legato ad un abbassamento di soglia del dolore.
A cura di: Giuseppe Gagliardi